Enti del Terzo settore (ETS) che svolgono attività sportive dilettantistiche
Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 36/2021, parte della riforma organica del lavoro sportivo, si è aperto un nuovo scenario anche per gli Enti del Terzo settore (ETS) che svolgono attività sportive dilettantistiche.
Il DLgs. 36/2021 ha infatti espressamente previsto che gli enti sportivi dilettantistici possono costituirsi anche in forma di Enti del Terzo Settore provvedendo, accanto all’iscrizione al Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNTS), anche all’iscrizione al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche (RASD), previa affiliazione ad una Federazione sportiva nazionale o Disciplina sportiva associata o Ente di promozione sportiva.
Tale norma è coerente con la previsione dell’art. 5 del Codice del Terzo Settore il quale, al comma 1, include tra le attività di interesse generale che un ETS può esercitare in via esclusiva o principale, nel perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, l’organizzazione e gestione di attività sportive dilettantistiche.
Si tratta di una sinergia normativa importante, che consente a queste realtà di valorizzare il proprio ruolo nella promozione dello sport sociale e inclusivo, potendo al contempo contare su regole più chiare e strumenti più moderni per la gestione dei rapporti di lavoro.
Uno dei principali punti di attenzione è la possibilità, per gli ETS che esercitano in modo stabile attività sportiva dilettantistica, di instaurare rapporti di lavoro sportivo di cui all’art. 25 e ss. del D.Lgs. 36/2021 e rapporti di collaborazione coordinata e continuativa amministrativo-gestionali non professionali di cui all’art. 37 del D.Lgs. 36/2021.
Un’apertura che rappresenta un ponte tra due grandi riforme – quella dello sport e quella del Terzo settore – e che, se ben gestita, può portare a una gestione più sostenibile e professionale delle attività svolte.
Il lavoro sportivo dilettantistico negli ETS: quali possibilità
Gli Enti del Terzo Settore che operano nel settore dello sport dilettantistico possono, dunque:
- Instaurare rapporti di lavoro sportivo con i soggetti previsti dall’art. 25 del D.Lgs. 36/2021, che individua come lavoratori sportivi l’atleta, l’allenatore, l’istruttore, il direttore tecnico, il direttore sportivo, il preparatore atletico e il direttore di gara, nonché i soggetti tesserati presso la FSN/DSA/EPS di riferimento dell’ente committente che svolgono una prestazione lavorativa sulla base di specifiche mansioni pubblicate sul sito del Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei ministri.
I rapporti di lavoro con i collaboratori sportivi potranno essere rapporti di lavoro subordinato oppure rapporti di lavoro autonomo (quest’ultimo anche nella forma di collaborazioni coordinate e continuative di cui all’art. 409, comma 1 n. 3 c.p.c.). In particolare il D.Lgs. 36/2021 contiene una disciplina speciale per i lavoratori degli enti sportivi, in deroga alla norma di carattere generale che dovrà invece essere applicata per tutto quanto non diversamente disciplinato dal decreto. - Avvalersi di collaborazioni amministrativo-gestionali non professionali, ai sensi dell’art. 37 del D.Lgs. 36/2021, per attività che, pur non essendo direttamente sportive, risultino funzionali allo svolgimento dell’attività sportiva dell’ente (tesseramento sportivo, gestione certificati medici, gestione iscrizione alle attività sportive ecc.), salvo che non si tratti di “prestazioni protette” (riservate agli iscritti in appositi albi o elenchi tenuti dai rispettivi ordini professionali).
Gli ETS costituiti in forma associativa, nonché le società sportive dilettantistiche riconosciute quali imprese sociali, una volta iscritte anche al RASD potranno quindi fruire di tali forme contrattuali anche se limitatamente all’ambito delle discipline sportive praticate.
In entrambi i casi, il legislatore ha previsto regimi fiscali e contributivi agevolati, con l’intento di favorire la regolarizzazione delle posizioni lavorative nel mondo sportivo dilettantistico, spesso caratterizzato in passato da rapporti informali o precari.
Prospettive per gli ETS sportivi
L’introduzione di un quadro normativo stabile e coordinato ha il potenziale di rafforzare in modo decisivo il ruolo degli ETS nel sistema sportivo nazionale. La possibilità di impiegare lavoratori sportivi e collaboratori amministrativi-gestionali permette agli enti di crescere, strutturarsi e pianificare le attività con maggiore serenità, senza rinunciare alla propria vocazione non lucrativa.
Per gli enti sarà fondamentale:
- Valutare attentamente le proprie attività e l’inquadramento degli operatori.
- Predisporre contratti chiari e conformi alle disposizioni del D.Lgs. 36/2021.
- Coordinare gli aspetti contabili e previdenziali con la disciplina fiscale del Terzo settore.
In conclusione, la sinergia tra riforma dello sport e Codice del Terzo settore apre una nuova stagione per gli ETS con attività sportiva dilettantistica, che potranno continuare a perseguire finalità sociali con strumenti più evoluti e una cornice normativa finalmente coerente.