Proroga del nuovo regime IVA per le associazioni sportive culturali e APS

Il nuovo regime IVA per le associazioni

Il recente sviluppo legislativo riguardante l’applicazione dell’IVA alle associazioni solleva una serie di questioni cruciali per il settore.
Il Ddl di conversione del DL 215/2023, noto come decreto “Milleproroghe”, ha determinato una proroga significativa del regime agevolato di esclusione dall’IVA attualmente applicato alle associazioni per le prestazioni di servizi e cessioni di beni resi, a fronte di corrispettivi specifici, nei confronti di soci, associati o partecipanti.
Viene così superata la scadenza del 1° luglio 2024 che, in ragione di una procedura di infrazione avviata dalla Commissione UE dal 2010, prevede che tali operazioni debbano essere attratte nel nuovo regime di esenzione Iva.

Proroga dal 1 luglio 2024 al 1 gennaio 2025

L’applicazione del nuovo regime, cadendo a metà del periodo di imposta (1° luglio 2024), avrebbe certamente penalizzato le realtà associative più piccole alle prese con i maggiori oneri e adempimenti da essa derivanti.
Grazie a questo provvedimento, il regime agevolato di esclusione dall’IVA continuerà ad applicarsi per tutto il 2024, offrendo un po’ più di respiro alle organizzazioni no profit mentre si adattano alle nuove normative.
Tuttavia, è importante sottolineare che questa proroga non è una soluzione definitiva. L’introduzione delle novità contenute nell’art. 5 comma 15 quater del DL 146/2021 è solo rimandata al 2025, il che significa che le associazioni dovranno prepararsi a un cambiamento significativo nella gestione delle loro operazioni finanziarie e amministrative.

Dal regime di esclusione dall’IVA al regime di esenzione IVA

Le modifiche proposte dal DL 146/2021 prevedono infatti l’inclusione nel campo di applicazione dell’IVA di alcune operazioni che sono attualmente escluse (“fuori campo IVA”), e precisamente delle cessioni di beni e prestazioni di servizi verso gli associati, rese in conformità alle finalità istituzionali da associazioni politiche, sindacali, di categoria, religiose, assistenziali, culturali, sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra scolastica.

Nuovi adempimenti richiesti dal 2025

Queste operazioni, a far data dal 2025, potranno beneficiare del regime di esenzione IVA, ma non più del regime di esclusione, con la conseguenza che gli enti associativi saranno tenuti ad adempiere agli obblighi fiscali e amministrativi previsti dalla normativa IVA e quindi all’apertura di Partita Iva (per gli enti in possesso di solo codice fiscale), all’emissione di fatture, seppur esenti da IVA, alla loro registrazione e alle dichiarazioni annuali.

Possibile esonero dagli adempimenti

Una delle alternative che le associazioni potrebbero considerare per evitare di dover effettuare tutti questi adempimenti è l’opzione prevista dall’art. 36-bis del DPR 633/72, che consente l’esonero dagli adempimenti IVA per le operazioni esenti.
Tuttavia, è importante tenere presente che le operazioni esenti andranno comunque considerate nella formazione del volume d’affari dell’associazione, con possibili implicazioni sul piano fiscale.
È essenziale che le Associazioni si preparino adeguatamente a questo cambiamento normativo, tenendo conto delle implicazioni finanziarie e organizzative.
Inoltre, è necessario un coordinamento efficace tra le diverse normative che riguardano le associazioni sportive dilettantistiche, al fine di evitare confusioni e garantire una transizione fluida.
Si auspica che i prossimi mesi siano utilizzati per chiarire e razionalizzare il quadro normativo, consentendo alle associazioni di adattarsi in modo adeguato e garantendo la continuità delle attività sportive e delle iniziative di promozione sociale.

Supporto di un professionista specializzato in associazioni e in diritto del lavoro

Per affrontare queste sfide e adempiere correttamente alle nuove disposizioni della riforma del lavoro sportivo, è fondamentale il supporto di un professionista specializzato in associazioni e in diritto del lavoro. Un avvocato con esperienza nella riforma del lavoro sportivo può aiutare gli enti sportivi a stipulare contratti adeguati e corretti, gestire le responsabilità legali e navigare con successo nel nuovo panorama legale. 

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