Gli amministratori di un Ente Sportivo possono ricevere compensi per la loro carica sociale?

Gli amministratori di un Ente Sportivo possono ricevere compensi per la loro carica sociale?

È possibile corrispondere un compenso, ove previsto da statuto, all’amministratore di una ASD o di una SSD, purchè sia deliberato dall’assemblea dei soci e purchè non si ponga in contrasto con specifiche normative/divieti che possono riguardare l’associazione (come ad esempio il D.L. 78/2010 che all’articolo 6, comma 2, sancisce la possibilità di ricevere contributi pubblici solo per gli enti privati che prevedono la gratuità delle cariche elettive).

I limiti al compenso

E’ importante precisare che la retribuzione dell’amministratore deve rispettare i limiti indicati dall’art. 8 del Decreto Legislativo 36/2021 (con rinvio all’art. 3 del D.Lgs 112/2017).
Tale norma dispone che si considera distribuzione indiretta di utili, quindi non consentita, “la corresponsione ad amministratori, sindaci e a chiunque rivesta cariche sociali di compensi individuali non proporzionati all’attività svolta, alle responsabilità assunte e alle specifiche competenze o comunque superiori a quelli previsti in enti che operano nei medesimi o analoghi settori e condizioni”.
Pertanto, ove i compensi siano proporzionati all’attività svolta dagli amministratori e siano stabiliti nel rispetto di tutte le condizioni anzidette, la ASD, previa apposita delibera dell’assemblea, potrà erogarli senza incorrere in sanzioni.

Possono ricevere compensi anche come lavoratori sportivi?

Lo stesso amministratore può essere contestualmente retribuito anche come lavoratore sportivo, se effettua anche un’attività di lavoro sportivo a favore dell’associazione.
Tuttavia, è importante garantire che ci sia chiarezza e trasparenza riguardo ai ruoli e alle responsabilità dell’amministratore e del lavoratore sportivo. 

Consigli operativi

Ciò significa che l’amministratore deve astenersi dall’usare la sua posizione per ottenere vantaggi personali o favorire se stesso nel ruolo di lavoratore sportivo. Allo stesso modo, il lavoratore sportivo deve evitare di sfruttare la sua posizione per ottenere benefici impropri come amministratore.
Inoltre, è fondamentale che entrambi i ruoli siano gestiti in modo etico e professionale, nel rispetto delle normative che regolano l’attività dell’ASD, quali a titolo esemplificativo e non esaustivo l’adempimento di obblighi fiscali e amministrativi, la partecipazione a riunioni e decisioni importanti come amministratore e l’offerta di prestazioni di alta qualità come lavoratore sportivo.
La compatibilità tra la carica di amministratore e quella di lavoratore sportivo dipende dalla conformità alle normative e alla gestione etica dei ruoli. Con una chiara divisione delle responsabilità e il rispetto delle regole stabilite, è possibile conciliare efficacemente entrambi i ruoli all’interno dell’ASD. Tuttavia, è sempre consigliabile consultare esperti legali o professionisti del settore per garantire la piena conformità alle normative e la gestione adeguata dei conflitti di interesse.

Supporto di un professionista specializzato in associazioni e in diritto del lavoro

Per affrontare queste sfide e adempiere correttamente alle nuove disposizioni della riforma del lavoro sportivo, è fondamentale il supporto di un professionista specializzato in associazioni e in diritto del lavoro. Un avvocato con esperienza nella riforma del lavoro sportivo può aiutare gli enti sportivi a stipulare contratti adeguati e corretti, gestire le responsabilità legali e navigare con successo nel nuovo panorama legale. 

Se desideri saperne di più o hai bisogno di consulenza specifica, non esitare a contattarci al 338.60.49.399.

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